Banda Ultralarga in Italia: qual è l’obiettivo al 2030

12 Dic 2024

Opnet Business Case Carosello

L’Italia si trova a un punto cruciale nello sviluppo delle sue infrastrutture digitali, con l’obiettivo ambizioso di garantire la copertura della banda ultralarga a tutti i cittadini entro il 2030. Tale piano si inserisce in un contesto europeo più ampio, in cui la Gigabit Society 2025 e la Digital Decade 2030 mirano a trasformare la connettività in un motore di crescita economica, competitività e inclusione sociale. Analizziamo, dunque, la strategia italiana, gli interventi in corso e le sfide da affrontare per raggiungere questi obiettivi.

La Strategia Italiana per la Banda Ultralarga

La strategia italiana per la banda ultralarga ha come traguardo finale la fornitura di 1 Gbit/s a tutte le unità abitative entro il 2026, con un’estensione della connettività alle aree più remote e difficili da raggiungere entro il 2030. Questo progetto si basa su diversi piani operativi, che puntano a colmare il divario digitale presente nel paese e a garantire l’accesso a reti ad altissima capacità a tutti i cittadini, comprese scuole, ospedali e imprese.

Il Piano Italia 1 Giga è uno degli strumenti chiave di questa strategia. Con un budget di 3,8 miliardi di euro, mira a portare una velocità di scaricamento di 1 giga in Italia nelle cosiddette aree grigie, ovvero quelle zone dove la copertura della banda ultralarga è ancora insufficiente o completamente assente. Questo intervento interessa circa 8,5 milioni di famiglie e ha una scadenza fissata per il 2026.

Lo stato attuale della copertura della banda larga in Italia

L’Italia ha fatto progressi significativi negli ultimi anni in termini di banda larga, sebbene permangano notevoli criticità. Secondo i dati più recenti, la copertura della banda ultralarga fissa (reti VHCN, Very High Capacity Networks) ha raggiunto il 53,7% delle famiglie italiane, avvicinandosi alla media dell’Unione Europea, pari al 73,42%. La copertura della fibra fino al punto finale (FTTP, Fiber to the Premises) è aumentata notevolmente, passando dal 33,7% al 53,7% in soli due anni. Tuttavia, esiste ancora un divario significativo tra la copertura nelle aree urbane e quella nelle aree rurali, dove solo il 26% delle abitazioni è servito da reti ultraveloci.

Oltre alla copertura fisica delle infrastrutture, uno dei problemi principali riguarda l’adozione dei servizi broad band. L’utilizzo della banda larga ad alte prestazioni, ossia connessioni con velocità di almeno 1 Gbit/s, è ancora limitato in Italia, con solo il 13,45% della popolazione che ne fa uso. Ciò è dovuto in parte alla scarsa alfabetizzazione digitale: solo il 46% degli italiani possiede competenze digitali di base, e l’utilizzo di internet si attesta all’83%, leggermente inferiore alla media europea.

Il ruolo del PNRR e dei piani specifici

L’attuazione della strategia per la banda larga in Italia è strettamente legata al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che ha stanziato 6,7 miliardi di euro per vari progetti. Tra questi, oltre al già citato Piano Italia 1 Giga, figurano il Piano Italia 5G, il Piano Voucher, il Piano Scuole Connesse, il Piano Sanità Connessa e il Piano Isole Minori.

Il Piano Italia 5G è destinato a incentivare la diffusione delle reti mobili di quinta generazione in aree dove il mercato non riesce a garantire l’accesso in maniera autonoma. Con un budget di 2,02 miliardi di euro, questo piano punta a raggiungere una copertura completa entro il 2026.

Il Piano Scuole Connesse, invece, prevede di portare la connettività a 1 Gbps a circa 9.000 scuole italiane, mentre il Piano Sanità Connessa mira a fornire una connessione avanzata ad almeno 12.000 ospedali e strutture sanitarie, con velocità che possono raggiungere i 10 Gbps. Infine, il Piano Isole Minori mira a collegare 18 isole con cavi in fibra sottomarina, garantendo una connettività stabile e moderna.

Le sfide e i ritardi del piano

Nonostante i progressi e le ingenti risorse allocate, il raggiungimento degli obiettivi di copertura della banda larga in Italia non è privo di ostacoli. Il report della Commissione Europea sottolinea la presenza di ritardi significativi, specialmente nelle aree rurali e montane. La complessità burocratica e le difficoltà legate al coordinamento tra enti pubblici e privati rappresentano un ulteriore freno allo sviluppo delle infrastrutture. In particolare, il processo di rilascio delle autorizzazioni per la costruzione delle reti di banda ultralarga è lungo e articolato, e spesso comporta ritardi nella posa della fibra ottica.

Il governo italiano ha cercato di porre rimedio a queste criticità con l’approvazione di nuovi decreti e la razionalizzazione delle procedure amministrative. Un emendamento del 2023 ha previsto modifiche ai lotti di Open Fiber nel contesto del Piano Italia 1 Giga, consentendo una maggiore flessibilità nell’allocazione dei fondi e nella gestione dei progetti.

Le prospettive della banda ultralarga per il 2030

Il raggiungimento degli obiettivi di connettività fissati per il 2030 sarà essenziale per garantire che l’Italia resti competitiva a livello globale e che la transizione digitale possa proseguire senza intoppi. Entro quella data, l’Italia dovrà fornire 1 Gbit/s a tutti i numeri civici e colmare il divario tra le aree urbane e rurali, un obiettivo che appare difficile ma non impossibile. Il governo e le autorità locali sono chiamati a giocare un ruolo primario in questo processo, incentivando l’adozione della banda ultralarga anche nelle aree più difficili da raggiungere.

Un altro fattore chiave sarà la capacità del paese di promuovere l’alfabetizzazione digitale e aumentare la domanda di servizi a broad band da parte delle famiglie e delle imprese. Il successo di progetti come il Piano Voucher, che mira a incentivare l’abbonamento a servizi a banda larga per le piccole e medie imprese, sarà determinante per stimolare una maggiore penetrazione della connettività ad alte prestazioni.